Marco Della Monica’s Post

Una cosa che mi piace molto è quando si genera contesto. Lo stiamo facendo da diverso tempo e su vari temi: generare contesto vuol dire tentare di allargare la prospettiva, evidenziare le connessioni che influenzano un fenomeno, considerare gli impatti delle condizioni a contorno, e via così. Certo è una gran rottura di scatole, perché si ha l'impressione di voler complicare la lettura e l'analisi dei problemi e delle relative soluzioni. Ma il punto è che la realtà NON è semplice. Tentiamo di semplificarla (con modelli, con sintesi, con approssimazioni) ed è fisiologico, ma la realtà delle aziende che ciascuno di noi vive quotidianamente è tecnicamente un casino. Ecco perché ho apprezzato che nel webinar sulla leadership appena conclusosi Valerio Besa e Gianpaolo Negri abbiano messo l'accento sul SISTEMA. Va bene la leadership, ma come si inserisce nei processi? Come si tiene assieme la dimensione individuale e quella di gruppo? Come si collega, se ha senso, con i sistemi premianti? A che diavolo serve, occuparsi di leadership, in una organizzazione? Su quali dimensioni HR può lavorare per armonizzarla nell'ambito della cultura aziendale prevalente? Ecco cosa vuol dire dare contesto: non perché vadano tenute assieme tutti questi elementi, ma avere in mente il sistema aiuta a non banalizzare, perché su un tema così inflazionato il rischio è altissimo. 👏 👏 👏 Festo Consulting & Academy Italia

Ieri ho ascoltato l’apertura di un manager ad un percorso di formazione di cui è sponsor, e ha speso delle parole potenti con una semplicità invidiabile. Ha invitato a godersi l’opportunità e ha parlato del fatto che formare, dare metodo, conoscenza, avesse l’obiettivo di rendere ciascuno più vicino al presidio del proprio lavoro. È un modo per sentire piú vostro il lavoro che fate, ha detto, ma nel senso di sentirsi abilitati a poter dare il proprio contributo, a poter influenzarne l’esito nel bene o nel male. Sono anni che mi occupo (anche) di formazione e un invito così genuino e centrato non l’avevo mai sentito. Tanta roba.

❌ Sto sbagliando qualcosa. C'è stato un periodo, lo scorso anno, nel quale ho partecipato a diversi eventi e incontri su temi interessanti per il lavoro che faccio. Nel mio ruolo fare rete, capire cosa si muove sul mercato, confrontarmi con i competitor, è un valore per me e per i clienti cui cerco di dare servizio. Ed è uno stimolo forte, in un senso o nell'altro. Ma c'è un'inerzia, un'inerzia maledetta che condanna alla regressione: è la quotidianità, l'urgenza, il to do che scandisce le giornate. Quando decidi di partecipare ad un evento devi combattere con quella vocina che ti sussurra "lascia perdere, questo mese è pieno, prossima volta, ci sarà sicuramente altra occasione". Però cedere alla vocina è un errore: di mese in mese ti vola l'anno e perdi un sacco di opportunità di confronto, di conoscenza, di "polso". In questo senso sto sbagliando qualcosa: quest'anno sono stato molto meno attivo e tanto più concentrato sul quotidiano appunto, e questo è un meccanismo che va rotto, è la dittatura del qui e ora che ti fa chiudere qualche task in più nel breve ma ti si ritorce contro nel medio-lungo.

Vi presento chi mi rompe le uova nel paniere. ⤵ ⤵ Lei è Barbara Serra e si occupa di come comunichiamo al mercato quello che facciamo e come lo facciamo in Festo Consulting & Academy Italia. Molto spesso ci discuto animatamente. Io arrivo con una delle mie (troppo) numerose idee e lei tira fuori l'estintore senza pietà: - qual è l'obiettivo? - cosa vuoi comunicare? - qual è il fattore distintivo? - quale interesse dovrebbe avere per i nostri clienti (o potenziali tali)? Non è un bel mestiere, canalizzare l'entusiasmo altrui, ma qualcuno deve pur farlo. 😆 Chi si occupa di comunicazione in azienda ha la stessa difficoltà di chi si occupa HR: tutti comunicano e tutti hanno una influenza sulle persone, e quindi tutti pensano di saperlo fare. In verità è un mestiere, peraltro molto difficile perché ha a che fare per certi versi con la maieutica: noi viviamo anche di intuizioni sul cosa fare e cosa dire, mentre c'è molto più attrito nel processo di comprensione, sedimentazione e condivisione del perché vogliamo passare un certo tipo di messaggio. Ecco, io penso che tutti noi abbiamo bisogno di qualcuno che in maniera costruttiva rompa le scatole: dopo l'archeologo aziendale sarebbe interessante la figura del Challenger aziendale. Qualcuno che ti pungoli, che ti faccia due volte la stessa domanda, che ti faccia ripartire dal via un paio di volte. Questo per me è Barbara Serra: non so se la prenderà bene, ma credo si sia capito che auguro a tutti una collega così 😉 #FestoInPersona

Giorni fa ho letto un pezzo non banale di David Heinemeier Hansson, su come interpretare il ruolo manageriale, e mi è parso una boccata di area fresca rispetto ai post/infografiche nauseanti che spesso si trovano qui in giro. Il ragionamento tocca tre dimensioni. TRACCIARE LA ROTTA Avere in testa dove sta andando l'azienda e di conseguenza dove deve andare la funzione che presidi: per cosa stiamo lavorando, per chi stiamo lavorando? Va bene avere piani di medio lungo, ma sapere nel breve cosa devi portare a casa ti aiuta a orientare il team e a farlo con efficacia. DARE IL RITMO Qui ci sono versioni contrapposte, ma nella riflessione Hansson sostiene che è un punto cruciale: più rallenti, meno fai, meno fai, più rallenti. L'impazienza diventa, se gestita bene, un valore: che non vuol dire lavorare più ore, ma lavorare di più nelle ore che hai a disposizione. E per dare il ritmo devi conoscere, devi sapere, devi essere sul pezzo - senza fare micro management. TENERE ALTA L'ASTICELLA Questo è il passaggio che mi è piaciuto di più: "la qualità appassisce velocemente, se nessuno se ne prende cura. In un certo senso, devi prenderla sul personale: quando le cose non vanno bene, devi sentirti offeso nella tua sensibilità". Per carità, nulla di trascendentale, ma alla fine fare queste tre cose, farle bene, farle con coerenza, farle nella buona e nella cattiva sorte, è il massimo che puoi fare. Fosse facile... Il pezzo originale lo trovate qui: https://lnkd.in/de4CGMqd

Sono davvero contento sia andata bene. Quando entri in casa d'altri e ti offrono un pezzo di fiducia ti senti giustamente sempre responsabile per il risultato. Grazie a Denis Lorenzini per il coinvolgimento e la cura che ci ha messo nel costruire questo percorso! 🙏

Esiste l'archeologo aziendale? Ah, no? Oggi ho avuto un confronto davvero interessante con chi si occupa di miglioramento continuo in azienda. L'obiettivo era di raccogliere esperienze, cicatrici e fattori critici di successo dei programmi di miglioramento, così come da qualche tempo facciamo con Festo Consulting & Academy Italia. Ripercorrendo la storia con cui in questo gruppo sono arrivati all'organizzazione attuale mi è parso di fare un'analisi archeologica: strati e strati che negli anni, per scelta o per opportunità, si sono accumulati nel tempo orientando necessariamente il punto di arrivo. E se hai in mente questi strati, un po' come succede con la storia, lo affronti meglio il futuro: non ripeti gli stessi errori, anticipi eventuali trappole, dosi meglio l'acceleratore. Come ti succede nella vita, con l'esperienza riesci ad essere più efficace. Ma mentre nella vita è più facile tenere a mente da dove sei partito e come ci sei arrivato, nelle organizzazioni che cambiano (a volte anche molto velocemente) questa memoria storica si perde, e assieme alla memoria si perdono pezzi di "vista". Un giorno mi piacerebbe mettere a terra il job profile dell'archeologo aziendale. Magari è fantascienza, who knows.... 😉

Una delle cose più ostiche secondo me è migliorare qualcosa in cui sei immerso. Se sei parte di un processo, qualsiasi sia il mestiere che tu faccia, puoi trovare velocemente una marea di punti, attività, fasi, snodi, che potrebbero essere fatti meglio. Ma se decidi di metterci mano, anche dandoti una priorità, entri in un altro campionato. Devi analizzare, capire le interconnessioni, immaginare chi coinvolgere, valutare se le energie da spenderci (le tue e quelle degli altri) compensino i vantaggi potenziali che ne derivano, e che peraltro sono tutti da dimostrare. Quanto sei lucido? Come la allarghi la vista? Come la abbracci la sistematicità dell'azione di miglioramento? Cosa sei disposto a mettere in discussione? Certo puoi farti dare una mano dall'esterno, è il ruolo di chi fa un mestiere come il mio, ma l'aiuto da casa non ti è concesso in tutte le occasioni, e anche quando puoi farne uso se non hai le risposte giuste a questo tipo di domande (o peggio non te le fai nemmeno) è difficile mettere a sistema qualsiasi tipo di contributo.

Felici di lavorare insieme e di contaminarci dell'energia bauliness! 💪