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Venerdì, 19 Aprile 2024
L'acciaio manca e la domanda aumenta

La "crisi dei barattoli" che mette a rischio il pomodoro made in Italy

La carenza di materie prime dalla Cina e l'aumento dei costi rischiano di avere conseguenze nefaste sul mercato italiano delle conserve alimentari. Ma quali sono i rischi? Aumenteranno i prezzi per i consumatori? Facciamo chiarezza insieme a Giovanni Cappelli dell'Anfima e Giovanni De Angelis dell'Anicav

La situazione critica dell'acciaio partita dalla Cina rischia di mettere in seria difficoltà il mercato del pomodoro italiano e, in generali, quello di tutte le conserve alimentari. L'Italia, leader mondiale nella produzione di derivati del pomodoro per i consumatori, rischia di rimanere senza barattoli per salsa, pelati e simili. Il motivo? L'aumento dei prezzi delle materie prime si ripercuote in maniera inevitabile sui costi dei barattoli, infatti, la banda stagnata è uno dei materiali più utilizzato per l'imballaggio dei prodotti nel nostro Paese, anche se il vero problema è un altro, la carenza di acciaio. 

L'arrivo della pandemia ha portato enormi difficoltà logistiche, amplificando problematiche già esistenti e facendo aumentare in maniera considerevole la domanda interna nei Paesi asiatici, con i produttori che non riescono a soddisfare anche le richieste che arrivano dall'estero. Così, con le ferriere europee che non possono coprire il ''buco'' e con la stagione delle conserve alle porte, rischiamo di trovarci con tanto pomodoro e pochi barattoli.

La crisi dell'acciaio e gli effetti sul mercato italiano

Come ogni anno, la lavorazione del pomodoro avviene tra agosto e settembre, ma la produzione degli involucri deve essere programmata e realizzata con anticipo, già in queste settimane. Ma con la crisi dell'acciaio in atto, l'approvvigionamento diventa il problema principale. A fare il punto della situazione a Today.it è Giovanni Cappelli di Anfima, l’Associazione nazionale dei fabbricanti di imballaggi metallici: ''Alla base di tutto c'è l'aumento dei prezzi dell'acciaio: una dinamica iniziata alla fine dello scorso anno, quando ci sono state difficoltà di approvvigionamento delle materie prime dalla Cina, con forti aumenti di costi per i trasporti e rallentamenti. Una condizione che nel 2020 è andata peggiorando con la pandemia: nel 2021 i prezzi sono arrivati alle stelle''.

Come spiega Cappelli, le variazioni di prezzo ci sono sempre state, ma adesso abbiamo superato le soglie a cui eravamo abituati: ''All'inizio dell'anno l'aumento era intorno al 15%, una percentuale tutto sommato in linea con le oscillazioni cicliche, ma adesso, con il rincaro dalla Cina, i prezzi sono aumentati anche del 50%, mettendo tutto il mercato in difficoltà''.

''Purtroppo - conclude Cappelli - ci saranno ripercussioni anche sui prezzi di vendita, che potrebbero riguardare non soltanto il pomodoro, ma anche altri prodotti alimentari. Ovviamente parliamo di centesimi, ma con la produzione ridotta, la chiusura di molte aziende e la crisi di diversi settori, sembra difficile trovare una soluzione nell'immediato''.

Nei barattoli il 65% dei pomodori: come aumentano i prezzi 

Come detto, oltre alla carenza di materia prima, l'altro effetto è un aumento dei costi al consumatore. Infatti, come confermato a Today.it da Giovanni De Angelis, direttore generale dell'Anicav, l'Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali, praticamente due derivati del pomodoro su tre sono dentro una lattina: ''Per i pomodori, così come i legumi, l'acciaio è l'imballaggio primario: addirittura, per le conserve si arriva al 65% del totale. È ovvio quindi che una crisi delle materie prime metta a rischio l'approvvigionamento. È una situazione che stiamo monitorando, visto che in questo momento sono in corso le attività di realizzazione''.

''Il dato importante - prosegue De Angelis - è l'incidenza sui costi: tutte le maggiorazioni dell'acciaio si ripercuotono sul packaging. Poi vanno aggiunti altri rincari come quelli dell'energia, del trasporto o i costi legati ad altre componenti della confezione, dall'inchiostro alle etichette''.

L'effetto domino innescato dall'aumento dei prezzi della materia prima potrebbe quindi arrivare anche sugli scaffali, andando a pesare sulle tasche dei consumatori: ''Se ci saranno aumenti per i consumatori saranno minimi. Per fortuna, grazie ai nostri processi di produzione, negli ultimi decenni il prezzo del pomodoro è rimasto pressoché invariato, nonostante i vari fattori che vanno a comporre il prezzo finale. È chiaro che quando si incrociano queste dinamiche c'è un'incidenza anche sul consumatore finale ''.

La pandemia ed il lockdown hanno senza dubbio portato dei forti cambiamenti anche nelle abitudini delle persone, modifiche che a loro volta hanno influenzato l'intero settore economico: ''L'effetto lockdown – spiega De Angelis – con l'accaparramento dei prodotti a lunga scadenza, unito alla chiusura della ristorazione hanno prodotto un aumento dei consumi ''casalinghi'', sia in termini di valore che di volumi, che in un certo senso hanno compensato, in grande parte, le perdite derivanti dal settore Horeca. ''.

''Il nostro auspicio – conclude il presidente Anicav – è un ritorno alla normalità, cercando di valorizzare il nostro prodotto, pensando alla salute dei consumatori e delle industrie, offrendo un prodotto sempre di altissima qualità. Il ''miracolo'' è quello di dare a chiunque nel mondo, in ogni momento dell'anno, la possibilità di mangiare un piatto di pasta al pomodoro. Anche perché, quando mangiamo la pasta in bianco c'è sempre qualcosa che non va, quindi cercheremo di assicurare che un po' di rosso non manchi mai sulle tavole degli italiani''.

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