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Un po' di tempo fa Roberta, lettrice di Spring Vibes, mi ha chiesto: "ma secondo te il mercato dei podcast e delle newsletter è saturo?"

Lì per lì ho risposto, ma poi ho rimurginato sull'origine di questa domanda, su quanto l'essere in una bolla influenza il nostro modo di vedere le cose, e può orientare anche le scelte strategiche, o gli investimenti che scegliamo di fare, sia per la nostra attività che in progetti personali che coinvolgono questi canali.

Ho pensato di dedicare a questa domanda una newsletter, in cui mi sarebbe piaciuto avere anche un parere di persone esperte. Gli ospiti che volevo proporti in una sola newsletter non ci stavano, e quindi è nata una miniserie dedicata all'argomento. 

Nella prima puntata oggi trovi la mia risposta a Roberta ma soprattutto quella di persone che stimo immensamente. I primi ospiti infatti sono Valerio Bassan e Francesco Costa, che non ringrazierò mai abbastanza per la loro disponibilità.

 
La mia risposta è stata, per punti:
  • la sensazione che ci siano tantissimi, troppi, podcast e newsletter dipende moltissimo dalle nostre abitudini. Io ho un sacco di amici che non capiscono esattamente cosa faccia io di lavoro, o che non leggono o usano le newsletter per informarsi ad esempio, e parlare con loro è sempre un bel bagno di realtà.
  • sarò come sempre un po' naive ma per i progetti di qualità per me c'è sempre posto. Come trovarlo e quanto poterci guadagnare però è tutto da vedere, come ti spiegano bene gli ospiti di oggi.
Se fai una ricerca su Google, troverai discussioni in cui già 5 anni fa si parlava della saturazione del mercato dei podcast. Cinque! La verità è che i mercati del digitale sono fluidi e si “accorciano” o “allungano” in base a diverse variabili: quantità delle risorse, qualità dei prodotti sullo scaffale, discoverability dei contenuti, efficacia del marketing. Se ci pensi, quante persone in Italia oggi non sono iscritte a nessuna newsletter o non sanno ancora cosa sia un podcast? C’è una platea potenziale molto grande là fuori per questo tipo di formati. Ma è bene ricordarsi che non si tratta di una platea mass market, ma formata da tante nicchie di interessi, da tante micro-community con esigenze, gusti e bisogni diversi.

Valerio Bassan si occupa di innovazione nei media e nuove economie del digitale con Supercerchio. Aiuta i suoi clienti a creare relazioni più forti con le loro community attraverso strategie editoriali, dati, marketing e tecnologia. Ha una newsletter che si chiama Ellissi, letta ogni settimana da migliaia di persone.
Capisco da dove venga questa domanda, ma il problema del mercato delle newsletter e dei podcast non è che è saturo: è che, al contrario, è quasi inesistente. Provo a spiegare. Chi in questi anni ha fatto entrare le newsletter e i podcast nella propria dieta informativa ha sicuramente notato un grande aumento dell'offerta, e immagino arrivi da lì la sensazione di essere iscritti a più newsletter di quelle che sia possibile leggere oppure di pensare che ci siano "troppi podcast". Conosco questa sensazione, che è anche la mia. Ma è importante mettere questa sensazione in prospettiva, e allargare un po' lo sguardo.

Se per "mercato" delle newsletter e dei podcast si intende appunto un "mercato", cioè un'industria che coinvolge vari soggetti diversi in modo professionale e remunerato – chi produce i contenuti, chi fornisce servizi, chi paga per inserire pubblicità o per iscriversi, chi legge – allora quel mercato al momento proprio non c'è. A parte pochissimi casi di successo, il mercato delle newsletter e dei podcast è costituito in grandissima parte da contenuti prodotti e diffusi in modo amatoriale, senza alcuna prospettiva di sostenibilità economica, se non nel migliore dei casi indiretta: che punta cioè a ripagare l'investimento necessario a produrre una newsletter o un podcast attraverso la vendita di corsi o libri o gadget, o attraverso il cosiddetto affiliate marketing, oppure ancora più banalmente attraverso la speranza che quel prodotto e quel pubblico possano portare incarichi lavorativi, collaborazioni, consulenze, inviti a conferenze. Sia chiaro, penso che newsletter e podcast siano strumenti molto interessanti e promettenti, ci ho costruito sopra una gran parte del mio lavoro fin qui: posso avere torto in questa analisi ma credo di non poter essere accusato di sfiducia o ignoranza nei confronti di questi strumenti. Una delle cause di questo nanismo del mercato è che i numeri sono piccolissimi, malgrado quanto dichiarino periodicamente alcune ricerche commissionate dalle aziende del settore (14 milioni di ascoltatori di podcast in Italia? Ma chi li mai visti?). La grandissima parte dei podcast italiani, anche molti di quelli che vedete nelle prime posizioni delle classifiche e che sono prodotti da giornali e aziende specializzate, non mette insieme più che qualche migliaio di riproduzioni per episodio. In Italia i casi di newsletter che raggiungano più di 50.000 iscritti, o di podcast che possano contare su almeno 50.000 tra riproduzioni e download per singolo episodio, si contano probabilmente sulle dita di due mani. E anche questi numeri, che la gran parte di questi prodotti oggi non vede nemmeno da lontano, sono comunque irrilevanti per chi lavora nel mercato pubblicitario, e briciole rispetto alle visualizzazioni che mette insieme uno youtuber nemmeno particolarmente famoso, o uno streamer su Twitch.

Per quanto dal centro della bolla si possa avere una percezione distorta, se non è saturo il mercato dei video su YouTube, se non è satura l'industria delle serie tv, se non è satura l'industria dei libri – e parliamo di prodotti attorno ai quali esistono un'offerta sterminata, un vero mercato e un pubblico numeroso – direi che siamo lontanissimi dal momento in cui si possa parlare di saturazione del mercato di newsletter e podcast.



Francesco Costa è giornalista e vicedirettore de Il Post, autore di Questa è l'America e Una storia Americana, autore e conduttore di Morning, il podcast quotidiano di rassegna stampa del Post, e di Politics. 
E tu cosa ne pensi <<Come ti chiami? Mi basta solo il nome>>?

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L'illustrazione di oggi

È di La Jeanette
 

La canzonetta di oggi

Some days I wake up and I think I could take anything they throw at me
Some days I wake up and I just wanna go right back to sleep
And there's so much pressure
Be smart, be cute, be nice, be better
Well, I'm just trying to be me

 
Kate Nash - Imperfect

La prossima settimana proseguiamo con altri ospiti con spunti utili e approfondimenti sulla sostenibilità dei progetti. 

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